Il sito
Milano, 5 aprile 2020
Dalla luce di un'intensa giornata di sole sai che è giorno, lo capisci da questo. Il silenzio lo senti, l’assenza delle persone la tocchi. Se non fosse per quella luce - dicevo - sarebbe potuto pure essere notte, in periferia come in centro. Milano uguale a se stessa, dappertutto. Le persone sono tutte chiuse in casa come in una cronaca di Dino Buzzati nelle ore che seguono un delitto. Si guarda dalla finestra quel che succede.
E’ domenica delle Palme. Neanche ci fai più caso. Non ci sono fiori da regalare, palme da benedire. Niente lo lascia intendere che è festa. Sono settimane che la domenica somiglia al lunedì e al martedì e al sabato. Il pensiero di come sarà Pasqua fagocita anche il tradizionale scambio di saluti con famigliari e amici al telefono.
A Porta Venezia manca la routine del caffè, dei camerieri che preparano i tavolini all’aperto, neanche puoi pensare di andare a bere un rabarbaro al Camparino.
Dal Duomo a San Babila planano i piccioni attirati dal richiamo dei granelli di mais. “Sono pochi, non ci sono per tutti. Anche i piccioni si devono arrangiare - si lascia scappare Renato - che con il volto coperto dalla mascherina non dice il nome “perché un’ordinanza del Comune, lo sa, vieta di dare da mangiare ai volatili.
Ma come si fa, stanno tutti morendo”.
E già, mancano i turisti, i piccioni di piazza Duomo per loro sono un’attrazione. Anche Michele, detenuto in libertà vigilata originario della Basilicata, sente la mancanza di umanità. Chiede spiccioli qua e là. E’ solito farlo in metropolitana, ti abbraccia pure se è di buon umore. E' dovuto emergere in superficie per racimolare qualche spicciolo. “Mi hanno pure tolto la chitarra, i carabinieri - racconta -. Canto De Andrè, ma ora come faccio”.
Lungo via Torino i tram 2, 3 e 14 passano l’uno dietro l’altro, lenti. Le rotaie stridono sui binari. I tranvieri, quasi tutti del Sud - quelli sì che non sono scappati in fuga dall’epidemia di coronavirus - rispettano gli stop. Guidano tram vuoti o quasi.
Domenica come lunedì, dicevo. “Tanto che cambia - racconta la signora della ditta Martin, negozio storico sul Naviglio Grande che vende divise da lavoro e surplus militari. Qui non passa più nessuno. Per certi versi si vive meglio, per carità, senza schiamazzi, certa maleducazione. Però anche così non va”.
Mi presento, mi chiamo Gianni e sono un giornalista di Mediaset. Ho iniziato a scrivere molto tempo fa perché la scrittura è sempre stata la mia passione e volevo che diventasse il mio mestiere. E così è successo.
Mi sono formato nella redazione della Gazzetta del Mezzogiorno e poi come collaboratore del Quotidiano della Basilicata. Vivo per raccontare storie perché raccontare è tutto quello che mi appassiona.
Covid 19: corsa ai vaccini il mondo unito
Esclusivo: la storia del paziente 1
No che non va. La signora Martin passa la spugna sul grande portone del negozio, pulisce come se dovesse riaprire il giorno dopo. “Ho chiuso, avrei potuto restare aperto, la mia licenza lo permette. Ma in questo momento di crisi do spazio ai grandi distributori, quelli che hanno tanti dipendenti, con moglie e figli. Ho una visione del mondo di tipo socialista, sa. In questo momento anche la politica, così come facciamo noi commercianti, dovrebbe stare unita, non dovrebbe dividersi.”
Questo quartiere dell’antica Milano, cuore pulsante dell’artigianato, ricorda l’utopia di San Tommaso Moro. Ma l’idillio dura poco. Un tizio dal suo balcone ha steso un lenzuolo come manifesto del suo pensiero. “Beppe sala ti voglio bene. Salvini sei brutto”. Manifestazioni d’affetto stese al sole, come le altre che ricordano come “ce la faremo”, “stay home”, “milanononchiude”.Sono le nuove bacheche che circondano l’ex movida milanese. Il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare, ricorda una vecchia canzone di Lucio Dalla. E per fortuna è così.
Le scritte alle finestre cominciano a sbiadirsi all’imbrunire. Chi prima leggeva sui balconi s’è ritirato, resta qualcuno a fumare alla finestra.
La notte come il giorno. Domenica come lunedì. Milano è uguale a se stessa, ma la vita pulsa in quelle case e la senti anche fuori, sulla strada. Il silenzio le amplifica.Gianni Sileo© RIPRODUZIONE RISERVATA
Coronavirus, sale a tre
il numero di vittime in Cina
Speciale coronavirus. I servizi a mia firma andati in onda
a Mattino cinque e pubblicati su Mediaset Play*
Bufale e notizie vere
parla il prof. Broccolo
www.giannisileo.com è un sito pensato, organizzato e costruito interamente da me. I contenuti sono presentati con codice HTML5 e stilizzati con CSS3. Inoltre, contiene meta tag per l’ottimizzazione SEO.
Il sito rappresenta il mio personale up grade nella gestione e nell’utilizzo del web e dei suoi contenuti. Immagino che a questo punto vi starete chiedendo come mai un giornalista sia appassionato di web. Ebbene è proprio così. Qualche anno fa mi sono avvicinato per caso a questo mondo straordinario e da allora non sono più riuscito a farne a meno. Ho studiato, ho imparato e messo in pratica e adesso eccomi qui: giannisileo.com.
Milano, dai senzatetto ai lavoratori a chi dà da mangiare ai piccioni in Duomo
Le storie di chi convive con le restrizioni imposte dal governo e l’istinto di non fermarsi di fronte all’emergenza Covid19
*Mediaset è titolare esclusivo dei diritti delle opere.
Influenza cinese, un virus simile alla Sars
Virus, dal governo aiuti
alle famiglie
Copyright © 2016 - 2020 giannisileo.com created by Gianni Sileo
Emergenza covi 19
prorogate le scadenze
Coronavirus, in Cina una app per evitare i contagi
Coronavirus, è emergenza
negli ospedali
Duomo, un senzatetto in attesa che qualcuno gli porti qualcosa da magiare
Chi sono
Coronavirus, i nuovi focolai
Il contagio dell’economia
Mentre le filiere alimentari vedono aumentare le vendite, l’emergenza coronavirus mangia il fatturato dei grandi settori produttivi
La signora Martin pulisce il portone della sua bottega. Al centro, Renato dà da mangiare ai piccioni a San Babila. A destra, un lenzuolo esposto sul Naviglio Grande (Foto g.s.)